L’illecito realizzato da Madoff e Di Pascali poteva continuare ancora per molto tempo, tuttavia nel 2006, in seguito al terzo controllo in tre anni della SEC presso la BMIS, Di Pascali fornì la testimonianza che egli era colpevole di avere fornito false informazioni e documenti ingannevoli alle diverse autorità di vigilanza. Egli mentì anche sul numero dei conti correnti intestati agli investitori e circa il valore degli asset gestiti dalla BMIS. Processato inizialmente nel 2007, nel processo dell’11 agosto 2009 venne accusato di cospirazione, frode di securities, illecito legato alla consulenza sugli investimenti, mail fraud, wire fraud, spergiuro, evasione fiscale, antiriciclaggio internazionale di denaro, falsificazione di libri e registrazioni contabili sia in qualità di broker-dealer che come investment advisor. Inoltre, egli ammise di fronte alla Corte di giustizia federale che nessun tipo di transazione era stata eseguita durante tutto il periodo in cui egli aveva lavorato presso la BMIS. Egli venne condannato all’ergastolo in una prigione federale lo stesso giorno del 2009. Lo schema di Ponzi si ruppe invece poco tempo più tardi, nel momento in cui il denaro detenuto nel conto corrente 703 non fu più sufficiente a coprire le richieste di redemption da parte dei diversi investitori. Anche Madoff fu processato e condannato all’ergastolo, tuttavia le autorità di vigilanza sono ancora attive nello studio di questo illecito, per cercare di ritrovare un ammontare pari a 170 miliardi di dollari sottratto agli investitori dalla BMIS e al momento ancora non reperito.
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